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Dinamiche genitoriali invisibili: la famiglia narcisista

Il concetto di narcisismo può essere utilizzato in varie accezioni.

Nel nostro caso ne parleremo nel senso generale introdotto da Freud di “amore di Sé”, ovvero intendendo una relazione nella quale l’altro è “diventato il proprio Sé tramite l’identificazione proiettiva e introiettiva che possono eliminare, totalmente o parzialmente, i limiti tra sé e l’oggetto” (Palacio Espasa, 1999).

Partiamo dal principio.

Il sistema narcisista originale vede come protagonista il personaggio mitologico Narciso, che personifica il concetto dell’ amore distruttivo verso se stessi; tuttavia è presente anche un altro personaggio, la ninfa Eco: la relazione tra questi due rappresenta l’idea di famiglia narcisistica.

Nel mito, Eco ha perso l’intera capacità di formulare parole sue e può solo ripetere ciò che dicono gli altri. Quando s’innamora di Narciso, lei lo insegue con la speranza che un giorno riesca a pronunciare le parole d’amore che potrà finalmente ripetere. Quando Narciso dice a se stesso “ti amo”, rivolgendosi al proprio riflesso, anche Eco è finalmente in grado di dirlo. Tuttavia, Narciso è talmente ossessionato da se stesso da rendersi incapace di ascoltarla. Nella storia narrata da Ovidio, entrambi i personaggi moriranno: Narciso prova un dolore struggente ammirando il suo riflesso; Eco, sdegnosamente respinta ed incapace di catturare l’amore di Narciso, cade in una depressione vegetativa e in preda al dolore e alla vergogna per il rifiuto subito, vaga per valli e caverne fino a quando il suo corpo si consuma e di lei non resta che la “voce”.

La relazione tra Eco e Narciso rappresenta dunque la storia dell’ amor proprio che non riesce a vedere, ad ascoltare e ad interagire con i bisogni altrui.

Narciso rappresenta il sistema abusivo ed invisibile familiare che si occupa del soddisfacimento dei propri bisogni, mentre Eco è il figlio che cerca di guadagnarsi l’approvazione e l’attenzione altrui, senza mai sviluppare la possibilità di riconoscere la propria “voce”, di sviluppare i suoi desideri .

Di base per Freud l’amore dei genitori per i loro figli è di natura narcisistica. Ma questi legami narcisistici assumono una connotazione patologica quando diventano predominanti nella relazione e non tengono conto della realtà del mondo interno del figlio. Così come Eco poteva unicamente riprodurre le parole degli altri, anche i bambini cresciuti in una famiglia narcisista  si convertono in  individui reattivi o riflessivi.

I genitori narcisistici vedono dunque i figli come “estensioni” di loro stessi e non come persone con loro sentimenti autonomi, idee e gusti propri che possono anche non collimare con quelli del genitore stesso. A livello familiare, spesso viene utilizzato il termine narcisismo secondario che rappresenta una situazione psichica più tardiva che comporta l’investimento in un oggetto esterno il quale, al tempo stesso, viene vissuto come “il proprio io”. Il narcisismo secondario nasce dal fallimento del narcisismo primario e si realizza nella relazione con i bambini.

Spesso i figli, per soddisfare la vena narcisista genitoriale, vengono continuamente paragonati ai loro coetanei, vengono orientati ad una competizione coi loro amichetti, oppure vengono spinti ad attività di confronto pur di risaltare in mezzo agli altri e sentirsi importanti. Vengono messi da parte i reali desideri o le passioni del piccolo; l’unica cosa che sembra coinvolgere i genitori è riuscire ad attirare l’attenzione e l’approvazione degli altri su se stessi, perché della bravura dei figli loro sono i principali fautori.

I figli vivono il disagio di dover essere all’altezza delle aspettative dei genitori, senza potersi concedere il lusso di essere se stessi; possono diventare incapaci di comprendere le loro esigenze perché non riescono a fare una distinzione tra ciò che vorrebbero e ciò che viene loro imposto.

I bambini di una famiglia narcisista diventano adulti che spesso chiedono l’aiuto di uno psicologo dopo aver letto tanti libri, parlato molte volte tra fratelli e amici che avevano rinforzato in loro l’idea di appartenere a una famiglia normale. Sono persone che arrivano totalmente convinte che c’è qualcosa che non va con la propria personalità. Deve essere così, alla fine sono stati educati nel miglior modo possibile !

I figli di genitori narcisisti non hanno ricevuto uno specchio di appoggio, fortemente ancorato e con base nella realtà, ma uno specchio che riflette unicamente i bisogni dei genitori. I figli crescono credendosi sempre in difetto, sbagliati e spesso degni di essere colpevolizzati.

Quando siamo educati ad essere reattivi-riflessivi, proprio come Eco, le abilità necessarie per avere una vita soddisfacente vengono fatalmente a mancare. Le caratteristiche di un narcisista non si spengono spontaneamente, ma possono essere esplorate all’interno di un percorso psicoterapeutico in cui dar “voce” ai propri bisogni e ai propri desideri.

 

Freud S. (1912). Totem e tabù, OSF 7, Boringhieri.
Freud S. (1914). Introduzione al narcisismo, OSF 7, Boringhieri.
http://quantumfuture.net/sp/pages/familia_narcisista_cap_1.html
Kohut H. (1971). Narcisismo e analisi del sé, Boringhieri, 1976.
Manzano J., Palacio Espasa F.(1986). Studio sulla psicosi infantile, Zanichelli.
Nicolò A.M., Trapanese G. (2005). Quale psicoanalisi per la famiglia?, Franco Angeli.